Pomodoro Orvietano (Lycopersicon lycopersicum)
25 semi
Semina: da febbraio a maggio
Sesto: 80cm tra le piante 1 mt tra le file
Raccolta: 90 giorni dal trapianto
Dettagli
Pomodoro Orvietano (Lycopersicon lycopersicum): abbiamo scoperto questa varietà nel comune di Orvieto, più precisamente nella bella frazione di Morrano Nuovo. Lì, affacciate sul panorama mozzafiato della valle del fiume Paglia che arriva fino all'antica città arroccata sulla rupe tufacea, ci sono sterminate tenute di viti e olivi, selvaggi boschi di querce, casali diroccati che ci ricordano l'importanza che avevano queste terre. Terre d'olio e di vino sì, ma anche di tabacco che per molti secoli ha dominato e fatto prospero a lungo questo borgo, ora è tutto scomparso, o quasi. Qui, nel Matile, un suolo amato e odiato da chi lo coltiva, nascono ancora eccellenze: il Muffato, un vino dolce prodotto solo in tre luoghi al mondo, l'intenso olio di moraiolo umbro, formaggi e salumi straordinari. Sotto la cenere dei ricordi la brace è ancora accesa. E proprio qui mentre pranzavo nel ristorante storico di Morrano che vidi passare l'oste, Davide, con un pomodoro enorme, pesante, succulento, adagiato su un vassoio come la testa del Battista. Una visione. Davide è un amico attento alla coltivazione, quando gli portai la zucca cedrina ne fece una composta favolosa per accompagnare i formaggi che cerca capillarmente in tutte le fattorie umbre e non solo; prepara un budino vegetale con polvere di cicoria indimenticabile, sempre ha una proposta vegetale che arriva dal suo orto, quel giorno, il pomodoro enorme servito crudo con erbe di bosco e olio del posto, veniva da un vicino. Visto che ormai abbiamo, ho, divagato, vorrei chiarire un fatto, non sto facendo pubblicità a questo ristorante, è che stiamo parlando della scoperta di un'eccellenza italiana ed è doveroso fornire i particolari, i luoghi, le persone dove tutto è iniziato. Perché se Davide non fosse così zelante e quasi ossessivo nella ricerca (so cosa vuol dire) non avrei mai trovato quello che da ora chiameremo il Pomodoro Gigante Orvietano. La pianta è determinata, molto produttiva, le bacche sono di grandissime dimensioni, da un minimo di 500 grammi al kg e più. Di forma leggermente appiattita, colore rosa, pelle spessa, polpa poco acquosa, densa, profumata, con pochi semi. Sapore dolce acidulo, equilibrato, ricco. Coltivo centinaia, letteralmente, ecotipi di pomodoro, non mi è mai capitata una varietà così rustica e allo stesso tempo produttiva e dalle grandissime qualità organolettiche. Certo, il Pantano di Ardea, detto Stortone, il primo pomodoro che abbiamo "ritrovato" e inviato all’Arsial ha un gusto eccezionale, ma è più difficile da coltivare, meno produttivo, più capriccioso. Anche il Padre Labois, un altro pomodoro come il precedente di grandi dimensioni che è rinato dalla nostra ricerca, ha un gusto sorprendente, profondo, antico, ma l’Orvietano li supera in produzione, basta un buon supporto e rimarrete a bocca aperta nel vedere quanto vi darà ogni pianta. È un vero carroarmato, ma curatela, dategli un buon terreno senza esagerare con le irrigazioni e un pomeriggio sul far della sera, appoggiati alla zappa, vi sorprenderete a sorridere guardando questa antica meraviglia.
Il pomodoro Gigante Orvietano sarà inviato agli enti preposti della regione Umbria per le opportune analisi genetiche atte a riscontrare eventuali marker di pomodori commerciali ed escluderlo da linee già esistenti. Le analisi genetiche, condotte in collaborazione con gli enti competenti, sono parte dell’iter di tutela e riconoscimento che cerchiamo di applicare a tutte le varietà recuperate.
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